Una comunità di persone che condividono la passione per le arti applicate.
Una scuola / laboratorio dove si insegnano e si imparano linguaggi visivi antichi e moderni. Codici espressivi che possono essere utilizzati per esprimersi, per comunicare, per lavorare. Non di rado anche per sognare. Un lavoro paziente che ha per fine il benessere. Un impegno inteso come esperienza umana collettiva. Una scuola aperta, organizzata attraverso laboratori e atelier tematici. Affresco, mosaico, vetrata, pittura, incisione, arazzo, illustrazione, fumetto, grafica: queste le discipline su cui si lavora. Mestieri e linguaggi tradizionali, senza aver paura di misurarsi con l’innovazione.
Un insegnamento senza teoria e lezioni frontali. I fondamenti concettuali delle diverse discipline si apprendono attraverso il lavoro manuale. Imparare facendo. Lavorare assieme, collaborare. Una rete di rapporti, nodi e connessioni. Gli studenti, i docenti, lo staff, gli ospiti. Un gruppo di persone affiatate, disponibili e attente. Una parola chiave è: “gentilezza”. Cura. Cura per il tempo necessario (per realizzare i diversi lavori) e attenta misura (a misura del singolo così come a misura della comunità).
Una qualità che viene perseguita ponendo il fluire del tempo al centro del nostro lavoro. Una scuola che vive di sera, svincolata dalla frenesia delle ore diurne. Tempo che si dilata e si comprime a seconda dei nostri vincoli e delle nostre necessità. Sera dopo sera, con metodo, con pazienza, imparando a ragionare sui tempi lunghi e lunghissimi.
Genealogie importanti e spesso sorprendenti. Studenti che diventano insegnanti, trasmettere e tramandare i saperi artigianali di generazione in generazione. Una comunità impegnata in un lungo viaggio iniziato con un Regio Decreto, il 2 luglio 1882. Qualche nome passato di qui? Carlo Carrà e Adolfo Wildt. Giuseppe Palanti, Pino Tovaglia e Piero Fornasetti. Senza dimenticarci di Sergio Toppi fino a Paolo D’Altan, le sorelle Durante, Stefano Turconi.